Fanny Mendelssohn (Amburgo, 1805 - Berlino, 1847) si formò in una delle famiglie appartenenti al più elevato ambiente culturale e sociale nell’Europa dell’Ottocento: suo nonno, il filosofo Moses Mendelssohn, fu uno dei principali teorici della tolleranza e favorì il processo di emancipazione degli ebrei, che, nella Germania del XVIII e XIX secolo, poterono assurgere al pieno riconoscimento delle loro qualità intellettuali e professionali ed essere accettati nel Gotha della migliore società. In questa famiglia ‘illuminata’, dove l’educazione e l’istruzione di Fanny fu eccellente e pari a quella di suo fratello Felix, si consumò una vicenda terribile, per la violenza psicologica e sociale subita da questa straordinaria compositrice, direttrice d’orchestra, pianista e organizzatrice culturale.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), la musicologa Eleonora Negri, attraverso le lettere e i diari di Fanny Mendelssohn e dei suoi intimi, ripercorrerà il sacrificio di una delle artiste più dotate di possibilità economiche e culturali nella Berlino del primo Ottocento: una storia esemplare, che ci parla dell’ingiustizia di genere subita da una grande compositrice, alla quale venne proibito, in quanto donna, di avere un’attività pubblica e riconosciuta al di fuori dell’ambiente domestico. La geniale creatività di Fanny sarà resa evidente dall’ascolto di alcuni dei suoi capolavori musicali, come alcuni Lieder di squisita poesia, spesso superiori a quelli del suo celebre e acclamato fratello.